Chi insegna Chi apprende
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La competenza desiderata per gli insegnanti, nel modello teorico oggi proposto per la loro formazione, deriva da un’operazione di sommatoria di elementi, che continuano ad aggiungersi senza mai arrivare ad un’unità che abbia un senso.
Descrizione
La competenza desiderata per gli insegnanti, nel modello teorico oggi proposto per la loro formazione, deriva da un’operazione di sommatoria di elementi, che continuano ad aggiungersi senza mai arrivare ad un’unità che abbia un senso. Si apre una rincorsa nella quale ci si affanna a inserire ora questo ora quello, ottenendo una sommatoria incoerente, nella quale si affastellano conoscenze il cui fattore comune è l’assenza di ricerca (in pratica, il carattere non universitario della proposta di studio, sempre che si abbia ancora dell’università un’immagine che componga ricerca e insegnamento). L’idea che ci si fa degli insegnanti, ridotti a risorse umane – secondo l’orrida definizione ora di moda nell’organizzazione delle aziende –, non è strutturalmente diversa da quella che Charlie Chaplin ci ha offerto dell’operaio alla catena di montaggio in Tempi moderni. Siamo di fronte alla riduzione di un’attività che si distingueva per il livello elevato di autonomia e di capacità progettuale a un’attività frazionata, costretta a riproporre (si può immaginare con quanta convinzione) sempre le stesse operazioni dentro un sistema caratterizzato, invece che dall’assunzione di decisioni, dalla presenza di vincoli.
Se dovessimo prendere per buone le dichiarazioni d’intenti che si sono succedute circa la funzione della scuola, il suo ruolo nell’assicurare l’uguaglianza delle opportunità educative, il contributo da essa fornito al superamento delle differenze fra allievi appartenenti a strati sociali diversi, il diritto di tutti ad acquisire le conoscenze necessarie per partecipare consapevolmente alla vita politica e sociale, potremmo immaginare che l’utopia descritta da Bacone nella Nuova Atlantide si sia finalmente realizzata e che nella società contemporanea la scuola costituisca una sorta di Casa di Salomone, che rischiara col proprio apporto di conoscenze e valori le varie manifestazioni della vita associata. Evidentemente qualcosa deve esserci sfuggito, se oggi, guardandoci intorno, non solo non intravediamo nulla che richiami alla nostra memoria le caratteristiche della mirabile istituzione uscita dalla penna del grande Cancelliere, ma abbiamo l’impressione del contrario, e cioè che un cammino virtuoso che talvolta aveva fatto pensare alla scuola come ad una istituzione capace di assicurare una certa misura di equità si sia arrestato, e che abbia avuto inizio un movimento retrogrado, che ci riporta a concezioni della natura umana e dei destini sociali che si credevano superate.
Informazioni aggiuntive
Peso | 0.25 kg |
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Dimensioni | 14 × 22 cm |
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