Come leggere il giornale
Per leggere il giornale non basta saper leggere. Come ogni altro mezzo di comunicazione, anche il quotidiano ha le proprie regole, i propri artifici, i propri segreti. Partiamo dal fatto che nessuno legge un giornale dalla prima all’ultima pagina. Per leggerlo tutto infatti, un lettore medio impiegherebbe a leggere tutte le pagine di un giornale come “Il Corriere della Sera” dalle 5 alle 6 ore.
Nessuno dispone di così tanto tempo. Chi legge il giornale ha bisogno di mezzi che gli consentano di avere un colpo d’occhio sul panorama complessivo delle notizie e di scegliere se leggere un articolo per intero o passare al successivo. I giornali sono costruiti in modo che il lettore possa avere libertà di scelta. Ciò è possibile grazie ad alcuni espedienti:
- titoli, che presentano sinteticamente i pezzi e ne accelerano la lettura
- organizzazione grafica delle pagine
- costruzione degli articoli a blocchi
L’importanza della prima pagina
La prima pagina è fondamentale. Come abbiamo detto, nessuno legge un giornale dalla prima all’ultima pagina: ciascuno seleziona ciò che maggiormente lo interessa. C’è però una pagina che tutti leggono da cima a fondo per farsi un’idea di come va il mondo: la prima pagina, la vetrina di ogni quotidiano o ogni rivista. La prima pagina contiene un riassunto, il succo dei principali articoli, e l’editoriale più importante. Non ci vogliono più di 15-20 minuti per leggere la prima pagina e ne vale la pena.
Leggendo la prima pagina, si può avere un’idea di quello che è accaduto nel mondo. La struttura o gabbia in cui si rinchiudono i contenuti della pagina si chiama menabò (termine che deriva probabilmente dall’espressione dialettale “mena i bò”, ovvero “conduce i buoi”, a indicare metaforicamente la funzione di guida all’organizzazione dei contenuti.
I titoli e la forza del linguaggio persuasivo
Lo stile dei titoli è generalmente differente dal linguaggio abituale: ellissi di parti del discorso, toni enfatici, ecc. La titolazione è un’arte difficile e non tutti sono in grado di praticarla: bisogna richiamare l’attenzione del lettore, fornire le informazioni essenziali, invitare a leggere il resto dell’articolo. Lo scrittore Dino Buzzati, che lavorava al “Corriere della Sera”, era considerato dai suoi colleghi un titolista di talento. I titoli assumono molta importanza perché sono ciò che viene letto dalla maggior parte dei lettori, che non possono leggere tutto il contenuto del giornale e approfondiscono solo gli articoli che li interessano.
Un lettore medio perciò dovrebbe leggere tutti i titoli di un giornale e poi soffermarsi sugli articoli che lo interessano di più. Nella titolazione moderna, in cui spesso le regole tradizionali saltano, si punta molto su titoli evocativi, di fantasia. Aumenta allora il ruolo informativo di occhiello e sommario, come mostra il seguente esempio tratto da “la Repubblica”, dove il titolo non riassume affatto la notizia ma si limita ad evocarla. Per capire cosa è successo è indispensabile leggere occhiello e catenaccio.
Giornale, libro e internet: come è cambiata l’informazione
Prima c’erano i giornali e i libri, adesso c’è Internet. Il mondo è cambiato. Possiamo far finta di niente, possiamo credere che tutto cambi affinché nulla cambi, ma è cambiato. Internet, social network, blog, gorum, community. Niente sarà mai più come prima. L’informazione, con l’avvento di questi nuovi mezzi di comunicazione di massa, corre alla velocità della luce e travolge tutto quello che incontra sulla sua strada (ovvero le altre informazioni).
Ma andiamo con ordine. Come circolava prima l’informazione? La maggior parte delle persone, solo una quindicina d’anni fa, affidava l’interpretazione della notizia a un libro, a un giornale o alla televisione e non era costretta a relazionarsi con la fugacità della stessa. Oggi invece l’informazione è diventata inarrestabile; l’utente è bombardato di continuo a notizie e deve districarsi in una gigantesca selva di notizie, non sempre veritiere.
Come è cambiata l’informazione e la lettura del giornale
Sono cambiate più cose negli ultimi vent’anni rispetto all’ultimo secolo. Prima, di fronte a una tragedia, avevamo una voce autorevole che raccontava (in un libro o in un articolo) come si erano svolti i fatti. Non avevamo alcuna possibilità di poterli confutare, non ne avevamo i mezzi. Pensate a qualunque tragedia accaduta in passato e immaginatela adesso; migliaia di siti che danno la notizia, foto, testimonianze, video. Non sarebbe più la stessa tragedia.
Adesso le notizie corrono più veloce della nostra mente e non abbiamo neanche il tempo di razionalizzare un avvenimento che già dobbiamo far fronte a quello successivo. A questo punto diventa determinante la fonte e la credibilità della testata o del sito di riferimento. Sono lontani i tempi in cui ci per farsi un’idea completa di un fatto o di un personaggio storico ci si affidava a un giornale o a un libro. Nel mondo attuale non si ha più il tempo di approfondire le notizie e spesso ci si affida a una lettura veloce e superficiale.
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