Pedagogia della Resistenza
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È legittimo o anche solo utile pretendere dalla scuola (e dall’università) che curi lacerazioni sociali così profonde? Giroux risponde con Speranza e Utopia ma quanto saranno disposte poi le masse a mobilitarsi per fini sensibilità intellettuali?
Descrizione
È legittimo o anche solo utile pretendere dalla scuola (e dall’università) che curi lacerazioni sociali così profonde? È ragionevole pensare che in una società così divisa e frammentata, la scuola (il frastagliato mondo dell’educazione formale americana) possa taumaturgicamente riconciliare e unire? È possibile che l’educazione cambi la società e, per dirla con Marx, che l’educatore venga egli stesso educato?
Le domande sono non semplici, e la linea di demarcazione sottile. In questo appassionatissimo lavoro, non ultimo di una prolifica carriera, Henry Giroux risponde che ciò è possibile, non necessario. Se il dominio della necessità è infatti quello della certezza, dell’assolutezza dell’oggetto e della perentorietà della sua affermazione, per dirla con parole gentiliane, il dominio della possibilità è invece quello della speranza, dell’incertezza, di un ottimismo indebolito. Un “principio-speranza” che infatti fa capolino anche nella tradizione marxista del comunismo “scientifico”, proprio quando la certezza dell’oggetto, il destino necessario dell’affermazione della nuova società, si indebolisce, sotto i colpi delle tragedie del Novecento e le inquietudini generate dai comunismi realizzati. Perciò la speranza e l’utopia. Meglio un principio regolatore che viene gettato (la semantica, in fondo, del lemma ‘simbolo’) tra realtà e sogno di un incubo concretamente operante – ma quanto saranno disposte poi le masse a mobilitarsi per fini sensibilità intellettuali?
Informazioni aggiuntive
Peso | 0.4 kg |
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Dimensioni | 15 × 24 cm |
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