Come si diventa insegnante di sostegno
L’insegnante di sostegno interviene in aiuto di bambini e ragazzi che presentano disabilità motorie o psichiche. I giovani con queste problematiche, spesso hanno dei tempi di apprendimento più lunghi e faticano a rimanere al passo con il resto della classe. L’insegnante di sostegno deve per questo coordinarsi con gli altri colleghi, così da utilizzare un programma inclusivo e condiviso.
Da diversi anni, visto l’alto numero di ragazzi con disabilità all’interno delle scuole, questa figura è diventata sempre più richiesta. La troviamo specialmente nelle scuole elementari e medie, sia pubbliche che private. Per questo motivo, l’insegnante di sostegno deve essere costantemente aggiornato e deve acquisire in maniera costante nuove competenze. D’altro canto, chi decide di intraprendere questa professione non deve solo essere formato a livello didattico, ma deve anche essere empatico e avere un approccio umano.
Di cosa si occupa un insegnante di sostegno
Gli insegnanti, dovendo occuparsi dell’intera classe, non hanno la possibilità di concentrare la loro attenzione su un singolo studente. Per questo, l’insegnante di sostegno è fondamentale per il costante supporto ai giovani con problematiche. Il suo ruolo, oltre che trasmettere un determinato insegnamento, è anche quello di intervenire a livello emotivo. Questo perché, i ragazzi di cui si occupa, hanno bisogno di essere continuamente stimolati ed incoraggiati. Il percorso scolastico, nonostante è svolto diversamente, prevede gli stessi criteri di giudizio, ossia verifiche ed interrogazioni.
Quando un insegnante di sostegno viene affiancato a uno studente, deve essere informato sia delle sue condizioni fisiche che psichiche. In questo modo, può svolgere al meglio il suo lavoro. Le informazioni gli vengono fornite preliminarmente dai medici e dagli operatori socio-sanitari, così da poter avere un’idea generale del programma più adatto al singolo alunno. Avverranno inoltre dei colloqui con i genitori e, se presenti, degli educatori che in precedenza si sono occupati dello stesso caso. Il programma che andrà a stilare per il singolo alunno, dovrà essere facile di comprensione e personalizzato. Non tutti gli studenti apprendono allo stesso modo, alcuni hanno bisogno di facilitazioni e di ricorrere ad altri metodi. L’insegnante di sostegno, come già è stato affermato, è un insegnante a tutti gli effetti. Per questo, prende parte anche alle attività amministrative dell’istituto come i consigli di classe, colloqui, riunioni e gestione del registro degli studenti.
Le competenze che deve avere l’insegnante
Nonostante un insegnante di sostegno debba avere le stesse competenze di un comune docente, deve anche avere una preparazione pedagogica e in ambito di didattica speciale. Quest’ultima in particolare è proprio quell’insegnamento mirato a studenti con disabilità, disturbi o deficit, per includerli ed integrarli nel contesto scolastico. Grazie alle sue competenze, l’insegnante deve essere in grado di adattare le lezioni, le attività ed i programmi a livello psico-fisico ed intervenire qualora ci siano difficoltà. Il tutto deve essere integrato dalla scelta dei giusti materiali che consentiranno una facile comprensione e svolgimento della didattica. In questi casi, gli stessi istituti scolastici mettono a disposizione sussidi didattici e particolari materiali.
Le caratteristiche che distinguono questo insegnante dagli altri sono anche le sue qualità morali. Deve infatti avere empatia, tatto, doti di ascolto e comprensione dei bisogni. Non devono mancare la sensibilità e soprattutto la pazienza. Tra queste qualità devono spiccare quelle scritte e comunicative, in quanto deve trasmettere i concetti in modo chiaro e adattare il suo linguaggio ad ogni persona. Tramite il dialogo inoltre deve condurre l’allievo al concetto, anche attraverso l’uso dell’immaginazione e della creatività.
Come diventare un insegnante di sostegno
Se si vuole intraprendere questa professione, il primo titolo necessario è il diploma di laurea. Oltre a questo, se si vuole ampliare la propria formazione, si possono frequentare corsi specifici di pedagogia o psicologia. Questi corsi aggiuntivi potrebbero essere utili a capire i disturbi dell’apprendimento più nascosti, come ad esempio la dislessia. Il grado di preparazione dovrà essere differente tra giovani e bambini, poiché per questi ultimi ci sono tecniche specifiche per l’apprendimento.
Importante, per ricoprire il ruolo di insegnante di sostegno, è necessario svolgere un tirocinio. Il TFA, ossia tirocinio formativo attivo, si svolgerà all’interno di una classe. Qui si darà sostegno ad un bambino con difficoltà psichiche o motorie. Questo va a strutturare l’intero percorso di specializzazione. Per accedere al tirocinio però, è necessario possedere dei requisiti che si ottengono durante l’arco del percorso universitario.
I requisiti necessari per l’abilitazione a insegnante di sostegno si differenziano in base al ramo che si sceglie di intraprendere. Se si vuole insegnare in una scuola dell’infanzia o primaria occorre una laurea in scienze della formazione primaria, un diploma magistrale e il titolo di abilitazione, conseguito all’estero, ma riconosciuto in Italia. Invece, per la scuola secondaria di primo e secondo grado è differente. Occorre infatti l’abilitazione o una laurea, con 24 crediti formativi, tre annualità di servizio negli otto anni scolastici precedenti ed il diploma per insegnanti tecnico pratici. I 24 cfu, acquisibili in forma curriculare, extra-curriculare o aggiuntiva, devono contenere minimo sei crediti in almeno tre ambiti di pedagogia, psicologia, antropologia, metodologie e tecnologie didattiche, pedagogia sociale e didattica dell’inclusione.
(fonte immagine: Yandex.com)
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