La paideia della volontà
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Si presenta qui uno studio su Epitteto, e segnatamente sulle sue Diatribe. La pagina di Epitteto è folgorante. Porta in sé la grande lezione morale dello stoicismo greco-romano e proprio di quel milieu etico-filosofico sono intrise le presenti pagine. Da esse promana la passione per il testo antico, ma anche, e soprattutto, un lavoro di paziente scavo ermeneutico-filologico rispettoso della lezione di Epitteto per l’uomo e per l’umano.
Descrizione
Si presenta qui uno studio su Epitteto, e segnatamente sulle sue Diatribe. La pagina di Epitteto è folgorante. Porta in sé la grande lezione morale dello stoicismo greco-romano e proprio di quel milieu etico-filosofico sono intrise le presenti pagine. Da esse promana la passione per il testo antico, ma anche, e soprattutto, un lavoro di paziente scavo ermeneutico-filologico rispettoso della lezione di Epitteto per l’uomo e per l’umano. È all’uomo e all’umano, infatti, che si rivolge la sua parola di maestro. Egli non scrive, parla. Scava il logos e nell’uomo incastona la sua fertilità. La celebre invocazione di Diatribe II, 19 (“mostrami almeno uno stoico, almeno uno che si stia modellando”) rende bene il cuore della paideia di Epitteto, una paideia tutta intenzionata alla conoscenza vera dell’umano e alla sua costruzione. Questo il paradigma educativo di Epitteto che si tenta qui di ricostruire. La fisionomia della sua paideia si muove infatti attorno alla “edificazione” non hegeliana di una libertà che non è data ma costruita. Cerca un uomo… che sia uomo. Un uomo vero, dunque, non un idealtipo, uno che vorrebbe ma non è, uno che potrebbe ma non diventa. Un uomo che almeno così si stia modellando. E di questo cammino verso l’umano si registrano intenzioni e movenze, grammatica e sintassi, linguaggi e reali modificazioni.
Informazioni aggiuntive
Peso | 0.35 kg |
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Dimensioni | 13 × 15 × 24 cm |
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